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Mostra: “Pagine di storia porchianese”

Domenica 13 agosto 2023, i familiari dell’antica banda musicale con il patrocinio della Parrocchia San Simeone raccontano “La banda musicale” e “L’orologio da torre del campanile”.

Programma:

  • 10.00 Santa Messa in suffragio dei musicanti. La celebrazione sarà accompagnata all’organo da Roberto.
  • A seguire, testimonianze e ricordi dei componenti della banda.
  • 11.30 Apertura mostra.

Strumenti, spartiti, accessori, orologio della torre, fotografie storiche della banda.

La mostra sarà aperta nei giorni festivi del mese di agosto dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00.

Per informazioni telefonare ai seguenti numeri:

  • 348 8968689
  • 380 2911092

(MP)

L’antico orologio / Seconda parte

Nel novembre 1560 i rappresentanti della Comunità di Porchiano decisero di far costruire in paese un orologio pubblico, ma la difficoltà nacque nel reperire i fondi necessari. Si offrì di accollarsi il peso economico dell’opera, il sacerdote Berto Sturba arciprete della locale chiesa di San Simeone. Nel 1588 venne deliberato di far riparare il meccanismo non funzionante, o in alternativa di venderlo.
Nel 1621 con altra delibera decisero di farlo aggiustare con la spesa di 2 scudi, e l’anno successivo venne chiamato per farlo, l’esperto di orologi Fra’ Michelangelo. Altra riparazione fu compiuta nel 1625 da un orologiaro di Castiglione Montolmo per 4 scudi. Nel 1636 fu riparato nuovamente e fu progettato di aggiungere, al congegno, il dispositivo della ripetizione delle ore; per questo fu chiesto il permesso al Vescovo. nel 1749 l’orologio era nuovamente molto rovinato, così due anni dopo (1751) venne deliberato di acquistarne uno nuovo con la spesa di 60 scudi, e per l’incarico dei lavori fu indetta una gara di appalto. Parteciparono alla gara Nicola Franchi e Pietro Agostini di Amelia. Quest’ultimo si aggiudicò il lavoro con un’offerta al ribasso per 60 scudi, più la consegna dell’orologio vecchio. Il nuovo orologio venne impiantato e pagato nel 1752, data incisa ed ancora leggibile su un accessorio del telaio (supporto dello scappamento a verga, vedi foto).
Attualmente, dopo alcuni decenni di abbandono, per liberarlo il più possibile dalla ruggine e dal grasso ormai pietrificato, è stato smontato completamente in ogni particolare. Osservare in dettaglio ogni suo pezzo è veramente emozionante: i segni indelebili della forgiatura fatta a mano, l’accuratezza dell’assemblaggio dei bulloni e delle varie boccole, la precisione delle asole, gli espedienti per non ricorrere alla fusione, fanno percepire la bravura artigianale e l’inventiva del suo realizzatore.
Come non pensare a tutte le persone ormai anonime, che in questi secoli della sua storia, si sono dedicate con attenzione e premura ai suoi ingranaggi? In paese si ricorda che l’ultimo ad occuparsi della sua meccanica, è stato l’orologiaio Santino Della Rosa di Amelia, mentre l’ultimo incaricato dal Comune, alla ricarica e alla manutenzione ordinaria, è stato il paesano Valente Miliacca, conosciuto come “Valentino”.
Questo personaggio, assai creativo ed ingegnoso, era così preso ed innamorato del meccanismo affidatogli, che spesso progettava di trasformare in meglio la battuta della suoneria. La cosa non ha avuto seguito, perché l’orologio è giunto a noi in tutta la sua originalità.
Osservazioni queste che creano sottili e leggere sensazioni e che, a chi sa percepirle, danno il piacere di un grande appagamento.
Percezioni che ripagano anticipatamente per qualsiasi piccolo sacrificio dedicato al recupero di questo nostro storico macchinario.

(Articolo di Aldo Perelli, apparso su Il Banditore di Amelia di luglio-agosto 2017. La prima parte è stata pubblicata qui)

L’antico orologio / Prima parte

Dopo il Ciborio, la chiesa parrocchiale di San Simeone ci riserva di nuovo una bella sorpresa perché, all’interno del suo vecchio campanile, nasconde e conserva ancora un piccolo tesoro.
Si tratta dell’antico orologio civico a sei ore, costruito negli anni 1742/1752, in sostituzione del precedente (1560 circa), ormai non più riparabile.
E’ un gioiello di meccanica artigianale, costruito da Pietro Agostini, valente maestro orologiaro, che legò il suo nome a numerose macchine da torre della provincia ternana. Considerando poi che a Porchiano questo cognome è ancora molto diffuso, non è da escludere che sia stato un nostro compaesano.
Rimasto in funzione fino ad alcuni decenni passati, il macchinario ha dovuto inevitabilmente cedere il posto al nuovo con meccanismo elettronico.
Questa interessante nuova scoperta la dobbiamo al perugino Mauro Bifani, che è giunto al nostro campanile seguendo le tracce e le notizie storiche riportate nei lavori editoriali di Franco Della Rosa (Fabbriche del tempo – Gli orologi pubblici dell’Amerino/Narnese, ed. 1982), e di Renzo Giorgetti (Orologi da torre in Umbria, ed. 2008).
Mauro, grande appassionato e studioso di meridiane, ha raccolto nel volume “Le antiche ore”, edito nel 2015, tutte le esperienze e le scoperte fatte nel suo paziente peregrinare per l’Umbria.
Attualmente sta preparando un secondo lavoro editoriale, attinente proprio al nostro articolo, dal titolo “Orologi da torre a 6 ore”.
Visionato anche dall’esperto mastro orologiaio Roberto Fabrizi di Spoleto, si è appurato, con grande piacere, che il nostro è un prodotto artigianale importante, meritevole (anche se a livello dimostrativo) di essere riportato alla sua funzionalità.
Il suo recupero, a causa della ruggine che lo copre abbondantemente, è programmato in più fasi che, considerata la delicatezza del materiale trattato, inevitabilmente saranno abbastanza lunghe.
Questo laborioso ed impegnativo lavoro, grazie alla “sponsorizzazione” della locale Pro Loco, sarà seguito e diretto da Mauro e Roberto.
Per tutta la comunità porchianese, sarà un altro tassello che si aggiungerà alla sua già importante storia civica.

(Articolo di Aldo Perelli, apparso su Il Banditore di Amelia di giugno 2017. La seconda parte è stata pubblicata qui)