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Resoconto della Festa di Santa Cristina 2019

Come è consuetudine da più secoli, il 24 luglio di ogni anno il paese festeggia questa Santa del primo cristianesimo, rinnovando una devozione che nel tempo non è mai venuta meno. E’ un giorno particolare, in cui anche paesani non residenti onorano la Patrona, giungendo dai luoghi più diversi. L’affollatissima processione (organizzata dal Consiglio Pastorale e dalle Confraternite del Ss. Sacramento e di Santa Cristina) che ha accompagnato la statua della Santa, dalle chiesa parrocchiale a quella a Lei dedicata, ne è stata l’ennesima conferma.
La festa laica, organizzata dalla locale Pro Loco nei giorni precedenti a quella religiosa, si è svolta lungo il giro di ronda delle mura castellane e al belvedere del Pincio.
Vari intrattenimenti musicali hanno animato le caratteristiche piazzette, ma chi ha fatto veramente da padrone, sono stati il magnifico panorama, l’eccellente cucina e gli artistici addobbi.
Particolare rilevanza hanno avuto due eventi culturali veramente inediti per il nostro paese.

Il primo è stata la presentazione di un grande lavoro editoriale: “Il Comune di Porchiano del Monte – Fonti per la storia”.
E’ un accurato riordino e inventariazione dei documenti del vecchio archivio storico del soppresso Comune di Porchiano, che confluì in quello di Amelia nel 1876, a seguito della Legge 2248 del 20 aprile 1865 del nuovo Regno d’Italia, mirando ad una radicale semplificazione amministrativa.
Questo grande lavoro di riordino è stato finanziato dal Ministero dei Beni Culturali e da altri fondi di bilancio, che le varie amministrazioni del Comune di Amelia hanno accantonato nel tempo. La pubblicazoine del testo, che si compone in 262 pagine, è stata finanziata dalla Pro Loco. Prezioso è stato l’interessamento del vice presidente Luciano Renzi, che ha seguito la realizazzione del progetto spendendo pazienza e costanza. Il testo è stato curato da Massimiliano Bardani e Emilio Lucci, con la supervisione della Soprintendenza di Perugia e del Centro Studi Storici di Terni. Alla tavola rotonda di presentazione, olte ai già citati autori, hanno partecipato la professoressa Cristina Ranucci e gli archivisti che hanno curato il riordino e l’inventariazione, Alberto Mezzasoma e Laura Pennoni.
La prima parte del testo riguarda la cronologia storica delle vicende comunali; la seconda, varie catalogazioni a tema che permetteranno, a chi volesse cimentarsi in approfondimenti, una facile guida.

Il secondo evento, è la presentazione del restauro della pala “Madonna Assunta con Angeli”, che ha sempre fatto parte del nostro patrimonio parrocchiale. L’opera risalente al 1470 circa, attribuita al “magister” Nicola, identificato nel “Maestro del Trittico di Chia”, è stata completamente restaurata grazie alla Fondazione Carit, a cui va la nostra immensa riconoscenza. E’ stata presentata al pubblico per la prima volta, nella mostra titolata “Presenze artistiche in Umbria tra il ‘300 e il ‘500” che la stessa Fondazione ha organizzato presso la propria sede di Terni, dal 7 dicembre 2018 al 24 febbraio 2019. Preziosa è stata la collaborazione di don Claudio Bosi, responsabile della sezione Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi Terni Narni Amelia. Il restauro della parte lignea è stato affidato ad uno dei massimi esperti mondiali, Roberto Saccuman; quello della tempera alle abile mani di Simone Deturres, al quale va la nostra gratitudine per aver segnalato alla Fondazione il nostro tesoro.

Due eventi che hanno fatto conoscere ed hanno permesso di restituire alla comunità di Porchiano del Monte gran parte della sua memoria storica.
Coltivo la fondata speranza, che a questi eventi seguano altri, e come conclude Mario Squadroni nella sua prefazione al testo, “Mi auguro che i giovani e gli adulti trovino, in questi contributi, motivi per apprezzare di più la terra di Porchiano”.

“Il Comune di Porchiano del Monte – Fonti per la storia”, è disponibile presso la Pro Loco.
“Presenze artistiche in Umbria tra il ‘300 e il ‘500” è reperibile gratuitamente presso la sede della Fondazione Carit.

(Articolo di Aldo Perelli, pubblicato su Il Banditore di Amelia di settembre 2019, trascritto da Marcello Paolocci)

Tutti a Porchiano vogliono il comune

A Porchiano del Monte fanno sul serio. Non si tratta di un colpo di solleone, né di un colpo di testa. Rivogliono il comune sul quale vantano un buon diritto. Rolando Andreuzzi, il barbiere del paese, tiene esposto bene in vista un vecchio foglio del catasto dei terreni, intestato – come si vede nella foto – “Comune di Porchiano del Monte”.

“Vogliamo che Porchiano abbia la sua autonomia comunale, se non l’avremo – ci dice – non andremo a votare alle prossime elezioni. Siamo in 24 nel comitato promotore ma dietro di noi c’è tutta la popolazione e ci sostengono con entusiasmo anche quelli di Porchiano che vivono in altre città e regioni. Abbiamo già il sindaco, che per noi potrebbe essere – votato all’unanimità – Gigi Proietti, l’attore e cantante, che ci onora da sempre con la sua presenza nel paese, che gli ha dato i natali. Perché vogliamo l’indipendenza amministrativa? Ma è chiaro: il comune di Amelia ci ha riempito di promesse e non ne ha mantenuta una; c’era un’officina a Porchiano, aveva chiesto l’installazione di un distributore non ha avuto niente, è stata costretta a chiudere. Anche i giovani se ne vanno non vi sono prospettive di sviluppo e di lavoro. La zona attrezzata di Pian dell’Ara l’abbiamo realizzata noi, dal comune c’è venuto solo un po’ di legname”.

Aquilio Venturini, 80 anni ben portati (il papà è morto ultracentenario) interviene: “Abbiamo chiesto un armadio farmaceutico all’Usl non ci hanno neppure risposto; il medico viene due volte alla settimana, siamo abbandonati e anch’io sono d’accordo per non andare a votare se non ci ridanno il comune”. Per Domenico Isidori non vi sono dubbi “Dobbiamo tornare ad essere noi stessi, ad amministrarci da soli; siamo stati sempre traditi, ultima preoccupazione per l’ambiente è l’insediamento dell’azienda Ras Spa, che ospiterà nelle sue stalle oltre mille bovini”. Mauro Romanelli è tra i più decisi: “La storia è con noi; ci devono ridare quello che abbiamo perduto o prestato: infatti non è stati mai ufficialmente soppresso il nostro comune, tanto che arrivano ancora dallo stesso comune di Amelia lettere intestate al comune di Porchiano. Abbiamo il nostro palazzo civico ma soprattutto la ferma volontà di fare da soli. Intendiamo difendere la salubrità del luogo che è la nostra prima ricchezza, non vogliamo inquinamenti, ci rammarichiamo che i politici, molto solerti nel sollecitare i nostri voti, non ci abbiano seguito in questa battaglia per riavere il comune “espropriato” a Porchiano nel 1886-87 (cento anni fa) quando era sindaco Silvio Pannesi”.

(Articolo di Giovanni Chiani, apparso su “Il Messaggero” venerdì 12 agosto 1988, trascritto da Marcello Paolocci)